Entrare nel mondo della traduzione: il parere di Elisa Comito (STradE)

Questo post non è opera mia bensì di Elisa Comito, del Sindacato Traduttori Editoriali STradE, che ringrazio infinitamente per aver accettato di farmelo pubblicare. Si tratta di un suo intervento sulla mailing list di traduttori e interpreti Langit, dove un’iscritta ha chiesto consiglio a propostito di una tariffa “d’ingresso” davvero infima offertale da una casa editrice. Ecco a voi la risposta di Elisa Comito, che io ho trovato utilissima ed esauriente. Non perdetevela, potrebbe togliervi molti dubbi!

 

Mi permetto di offrire un altro punto di vista, nato non solo dalla
mia esperienza personale ma anche dall’esperienza nel sindacato dei
traduttori editoriali STRADE. Nell’ambito del sindacato, faccio parte
del gruppo di lavoro sul diritto d’autore e i contratti editoriali
che, tra le altre cose, fornisce consulenze contrattuali:
http://www.traduttoristrade.it/consulenza-legale

Di contratti ne abbiamo visti a iosa, stipulati con editori grandi e
piccoli, corretti e farabutti (la serietà è indipendente dalla
dimensione). Ci scrivono traduttori che lavorano da diversi anni ma
anche molti esordienti, alla loro prima pubblicazione.
Ti dico quindi che non solo non è impossibile ma è fin troppo facile
(anche “grazie” a una serie di corsi e corsetti che offrono “stage” di
dubbia eticità) “inserirsi” nel settore, se per “inserirsi” si intende
“ottenere una o qualche traduzione a qualsiasi prezzo” lavorando
gratuitamente o per pochi spicci. Dirò di più: “a qualsiasi prezzo”
comprende anche traduttori che pagano, a caro prezzo, per essere
inseriti tra i collaboratori della “casa editrice” nell’illusione che
ciò, consentendogli di mettere nel curriculum quel libro, gli apra la
porta al lavoro “vero”. Il che difficilmente avverrà, perché gli
editori si conoscono tra loro, e quelli seri quando vedono nel CV solo
traduzioni di un certo tipo traggono le loro conclusioni.
Esaminiamo con regolarità contratti nei quali la tariffa ridicola è
solo uno degli aspetti critici, spesso neanche il peggiore. Tutto
questo (mi riferisco soprattutto alle traduzioni dalle lingue più
conosciute) contribuisce ad aumentare il degrado della professione ma
anche del settore editoriale, oggi caratterizzato da un’enorme
precarietà e svalutazione del lavoro di tutti i soggetti coinvolti, al
punto che non solo le associazioni di traduttori, redattori ecc. ma
anche diversi editori si stanno ponendo il problema di porre nuove
regole. Molti editori si rendono conto che, con il mutamento degli
scenari dovuti agli sviluppi del digitale e all’entrata in gioco di
altri soggetti economici nel mondo del libro e della lettura,
continuare per questa strada rischia di portare alla loro stessa
rovina).
Infatti le cose si stanno muovendo, a livello di discussione,
riflessioni e trattative, all’interno del mondo editoriale, come sanno
i colleghi del sindacato o di altre associazioni o comunque attenti al
contesto in cui si inserisce il loro lavoro. Purtroppo restano ancora
troppi colleghi (è difficile anche quantificarli) che lavorano
nell’inconsapevolezza.

Poi non bisogna mervigliarsi quando si accorgono che di traduzioni
editoriali è difficile vivere perché, volenti o nolenti,
contribuiscono a renderlo sempre più difficile.
Riguardo al fatto che “gli editori, soprattutto i maggiori, hanno
oramai i loro traduttori”, neanche questa è una reale barriera (o una
sicurezza, a seconda del punto di vista) perché in realtà diversi
editori, col tempo, man mano che riescono a trovare traduttori più
economici li cambiano (ovviamente contribuendo al degrado
dell’editoria di cui ho già parlato, anche perché non sono solo le
tariffe che peggiorano ma i tempi e le condizioni di lavoro in
generale, non solo per i traduttori ma per tutti i collaboratori
editoriali).
Ripeto: “inserirsi” nell’editoria per tradurre qualche libro non è
difficile, è inserirsi in modo da ricavarci un mestiere di cui vivere
e possibilmente delle soddisfazioni che è estremamente difficile, e
non penso si possa ottenere accettando tariffe da fame. Anche perché
l’esperienza ci dimostra che in genere chi fa così resta poi legato a
queste tariffe.
Se uno cerca un hobby perché ha altre risorse o è ancora mantenuto
dalla famiglia, ha un partner che guadagna bene o comunque non ha
preoccupazioni economiche, ok, ma poi non si meravigli se non riesce a
farne un vero lavoro. La situazione è tale che già oggi (in cui la
tariffa di 3 euro resta al di sotto di qualsiasi standard anche per i
piccoli editori) chi lavora professionalmente diffficilmente riesce a
fare solo traduzioni editoriali ma deve combinarle con traduzioni
tecniche o altre attività (insegnamento, formazione o attività
completamente diverse), figuriamoci se questa tendenza continuna e
viene incoraggiata…

Io incoraggio piuttosto i traduttori esordienti a guardarsi intorno e
se non riescono a trovare abbastanza traduzioni editoriali a
condizioni decenti, DIVERSIFICARE  i loro settori di lavoro o cercare
altre strade.
Personalmente faccio traduzioni editoriali e tecniche (soprattutto in
due settori) per non dover subire troppi ricatti né dagli editori né
dalle agenzie di traduzioni o da altri clienti. Se un editore mi
propone una tariffa che ritengo troppo bassa non mi sento costretta ad
accettare per timore di rimanere senza lavoro. Dimunuisce la quota di
traduzioni editoriali? Pazienza, aumenterò le altre. E viceversa.
Anche così non è facile lavorare tranquillamente perché anche nel
campo delle traduzioni tecniche ci sono tanti colleghi che giocano
al ribasso (coltivando, anche qui, molte illusioni…) ma finora sono
riuscita a vivere del mio lavoro e, in ogni caso, quando le traduzioni
non mi basteranno, passerò a un’altra attività piuttosto che abbassare
le tariffe nella speranza di avere più lavoro (a che fine? Lavorare di
più per guardagnare lo stesso?)

In conclusione non posso che consigliare di
ascoltare in podcast, appena sarà disponibile, la puntata di ieri di
Fahrenheit dedicata ai traduttori editoriali: http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/archivio/ContentSet-bc3665d6-7113-49d3-9814-a57857f3542c.html
Traduttrici di lunga esperienza parlano del lavoro, delle tariffe, dei
problemi del settore.

Buon ascolto e buon lavoro (decentemente pagato) a tutti!

Elisa Comito

 

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