La correttezza paga, e se non paghi sei fuori

In questi giorni sta prendendo forma una campagna nata da Luca Pantarotto di Holden & Company, che prevede di non recensire più libri delle case editrici che notoriamente non pagano i propri collaboratori. I nomi delle suddette girano da parecchio fra gli addetti ai lavori, i quali avvisano i colleghi in modo che questi ultimi non accettino lavori già rifiutati da altri professionisti. Dell’iniziativa si parla diffusamente su diversi blog, vi invito a leggere il post riassuntivo scritto su Holden & Company per saperne di più. Vi consiglio anche il post dedicato all’argomento su Giramenti.

Ovviamente la cosa riguarda da vicino anche i traduttori, categoria debole e spesso bistrattata. Mi fa quindi piacere sostenere e pubblicizzare questa iniziativa, sebbene il mio non sia un blog di recensioni (in realtà un blog letterario ce l’ho, e si chiama Solo libri belli, e ovviamente aderirò anche lì – appena capisco come inserire il banner – perché non è detto che i libri belli siano pubblicati da case editrici virtuose).

Perché “la correttezza paga”? Perché senza scrittori, traduttori, editor, correttori di bozze e lettori una casa editrice non può esistere. E non pagare i propri collaboratori è una pessima mossa, che può far innervosire i lettori più consapevoli.

Lavorando da qualche anno nel campo dell’editoria, sia dall’interno sia dall’esterno, come traduttrice, editor, web manager e così via, so bene come purtroppo i ritardi nei pagamenti in questo mondo siano all’ordine del giorno. Lo confermano le mailing list di traduttori, in cui professionisti ben più famosi e ricercati di me lamentano le stesse problematiche. Si sa, c’è crisi per tutti, questo però non deve rappresentare una giustificazione per far lavorare gratis gente che ha sudato per acquisire una certa professionalità.

State bene attenti quando ricevete una proposta, di qualsiasi tipo essa sia: di recensione se siete blogger, di traduzione se siete traduttori. Fate una ricerca, informatevi per scoprire se la casa editrice in questione è seria e affidabile. Questo gioverà a tutti, e chissà che le case editrici non capiscano che è meglio tagliare gli sprechi inutili piuttosto che non pagare chi se lo merita.

Sono felice che si stia creando una certa attenzione intorno ai problemi di chi lavora nel mondo dell’editoria: troppo spesso ci si sente dire che stare tutto il giorno a scrivere davanti a un computer non è un vero lavoro. È ora di ribadire i nostri diritti, con ogni mezzo.

 

3 commenti

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3 risposte a “La correttezza paga, e se non paghi sei fuori

  1. Sono d’accordo su tutto, ma chi non è all’interno di quel mondo ha solo notizie vaghe.
    Personalmente condivido l’idea in sé, ma finché non ho notizie sicure (nomi degli editori, da che anno non pagano, ecc.) come posso aderire alla causa?
    Si dice che facendo i nomi si rischi grosso, minacce o denunce, ma così invece si viene a creare una sorta di setta in cui qualcuno deve decidere di aderire in modo un po’ stolto, come un atto di fede, senza sapere nulla di certo.

    • Hai perfettamente ragione. Una soluzione, che a volte ho adottato personalmente, potrebbe essere rintracciare il traduttore e scrivergli per chiedere se la casa editrice si è comportata correttamente. Certo, potrebbe averlo fatto con lui e non con altri, ci sono mille variabili, ma è pur sempre un punto di partenza.
      In alternativa ti consiglio di contattare Gaia di Giramenti, che si è occupata di tenere traccia delle segnalazioni. Ovviamente perché una casa editrice finisca nella “lista nera” degli insolventi ci vogliono più segnalazioni da fonti diverse, non si vuole criminalizzare nessuno senza motivo!

  2. Francesca

    Leggo mentre sono all’hotel 3 stelle sulle dolomiti https://www.hotelflorian.it/it.html

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